Ladri e altri

Un gruppo 'ruba' manufatti africani dai musei europei come forma di protesta, facendo rivivere questioni irrisolte

movimento panafricano, leader del movimento panafricano, manufatti africani, museo britannico, notizie indiane expressProteste come quella di Diyabanza rischiano di rimanere ai margini.

Torna abbastanza indietro e vedrai che dietro ogni grande fortuna c'è un crimine. Ma ci vuole un tipo speciale di privilegio per mostrare le prove di quei crimini come una questione di orgoglio culturale collettivo. Mwazulu Diyabanza, un cittadino congolese e leader di un movimento panafricano chiamato Yanka Nku (Unità, Dignità, Coraggio) è stato multato e accusato di furto in diversi paesi in Europa per aver rubato, pubblicamente, trafugato e saccheggiato manufatti africani che hanno trovato la loro strada nei musei di questi paesi. La sua protesta ha lo scopo di attirare l'attenzione sulle iniquità del colonialismo: lui e il suo canto di gruppo ci restituiscono le nostre ricchezze e ce le portiamo a casa mentre commettiamo il loro crimine.

La difesa del Primo Mondo per i saccheggi del colonialismo è stata, almeno negli ambienti liberali, che ci dispiace e speriamo di affrontare gradualmente - e spesso solo simbolicamente - le ingiustizie della storia. Ma come ha detto Diyabanza al The Guardian, parlare va bene, ma è necessaria l'azione e le ingiustizie del colonialismo possono essere affrontate solo attraverso risarcimenti.

È probabile che proteste come quella di Diyabanza rimarranno ai margini. Coloro che hanno accumulato privilegi si sentono a proprio agio con le esplorazioni accademiche dell'ingiustizia storica - come ha fatto il British Museum - ma non con l'onere finanziario della restituzione morale. E ad essere onesti, i paesi europei non sono gli unici a non fare i conti con il proprio passato. Negli Stati Uniti c'è la razza e il trattamento dei nativi americani, e nel subcontinente indiano c'è la casta. In effetti, anche le misure minime, come l'azione positiva e gli aiuti internazionali, sono viste come ruffianerie o carità. L'ingiustizia storica è relegata, beh, alla storia. Di fronte a questa certezza e ai potenti interessi che sostengono il saccheggio nei loro musei come cultura, forse un po' di controfurto è comprensibile se non perdonato.