Barche della morte

L'UE ha urgente bisogno di definire una politica migratoria per prevenire i disastri mediterranei.

Morte di richiedenti asilo nel Mediterraneo, morte di richiedenti asilo, annegamento di barche di rifugiati, disastri del Mediterraneo, annegamento di richiedenti asilo, annegamento di asilo nel Mediterraneo, UNHCR, rifugiati, politica migratoria dellBen 41 migranti sono annegati dopo che una piccola imbarcazione che trasportava rifugiati è affondata nel Mediterraneo, hanno detto i media italiani, giorni dopo che 400 sono stati persi in un altro naufragio. (Foto d'archivio)

Il temuto annegamento di quasi 700 persone, richiedenti asilo provenienti per lo più dall'Africa sub-sahariana, a circa 100 chilometri dalle coste libiche, potrebbe rivelarsi l'unica peggiore tragedia dei migranti nel Mar Mediterraneo. Secondo quanto riferito, più di 900 migranti sono morti nel Mediterraneo già quest'anno. Secondo l'UNHCR, circa 2.19.000 migranti, inclusi rifugiati, hanno attraversato il Mediterraneo lo scorso anno, con una perdita di almeno 3.500 vite. L'ultimo disastro ha richiamato l'attenzione, ancora una volta, sulla necessità di una politica migratoria efficace da parte dell'Unione europea.

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L'UE non è riuscita a convincere i suoi 28 Stati membri a concordare un programma comune per affrontare le bande di trafficanti di esseri umani che traggono profitto dalle tariffe esorbitanti per il trasporto illegale di persone nell'Europa meridionale. Ciò ha lasciato la questione nelle mani dei singoli Stati, come Italia e Grecia, che di solito sono le prime destinazioni dei richiedenti asilo, data la preferenza dei trafficanti per le rotte del Mediterraneo centrale e orientale. Il programma italiano di ricerca e salvataggio Mare Nostrum ha salvato quasi 1.60.000 vite in un anno, prima di essere interrotto lo scorso novembre a causa di tagli di bilancio e denunce di altri stati dell'UE che incoraggiavano i migranti a intraprendere il pericoloso viaggio. È stato sostituito da Triton, lanciato dall'agenzia di controllo delle frontiere dell'UE, Frontex, ma con un terzo del bilancio, senza navi e sorveglianza proprie.

A merito dell'UE, riconosce la necessità di punire i trafficanti e non le loro vittime. Tuttavia, è dubbio che l'UE abbia la capacità o la volontà di intraprendere un blocco navale della costa nordafricana per fermare queste navi della morte prima che salpino. Di recente, il maggior numero di rifugiati è fuggito dal conflitto in Siria e Iraq, mentre i libici stanno fuggendo dal loro paese ingovernabile e lacerato dai conflitti. In definitiva, quello che il primo ministro maltese Joseph Muscat ha drammaticamente definito un genocidio nei mari non si placherà finché i conflitti nel continente africano e nell'Asia occidentale non saranno risolti.